Dell'equilibrio
E' di qualche tempo fa ma questo "Buongiorno" di Massimo Gramellini meritava di essere letto e disegnato...e poi ci sono affezionato per questo,questo, e quest'altro motivo... Chiedo scusa ai parenti di Vito Taccone, ma ieri non è morto soltanto un uomo, un ciclista. E’ morta una biglia. La mia biglia, per la precisione. Era l’estate del 1967, la prima volta in cui i «grandi» mi ammisero a giocare con loro sulla spiaggia, e solo grazie al mio sedere che si era offerto volontario per tracciare la pista, curve paraboliche comprese. Avrei preferito la biglia di Gimondi, ma l’aveva già presa qualcun altro. Rimanevano l’azzimato Gianni Motta e il grugno calloso di Taccone, che mi guardava in cagnesco dall’interno del pezzo di plastica. Lo scelsi con l’incoscienza infallibile dei sei anni. Cappottammo subito. Era una biglia ribelle, la sua missione nella vita consisteva nel finire fuori pista: ogni tanto andava a infilarsi nella bocca aperta di una signora che prendeva il s